In questi ultimi anni si è andata diffondendo l’abitudine, soprattutto per piscine di piccole dimensioni, di non effettuare lo svuotamente della piscina ad inizio stagione, trattando l’acqua chimicamente per recuperarne la qualità necessaria alla balneazione.
Ma svuotare completamente la vasca almeno una volta l’anno rappresenta un’operazione obbligatoria per le piscine ad uso pubblico sotto il profilo della salute.
I diversi metodi di “rimessaggio” della piscina possono avere ripercussioni diverse sulla rimessa in funzione. Le operazioni più laboriose sono previste nel caso in cui la vasca non sia stata coperta e non sia stata mantenuta in funzione.
In questo caso l’acqua della vasca si presenterà completamente verde, con la presenza di piccoli animali (rane, rospi, topi, insetti, sia vivi che morti). Pur essendo tecnicamente possibile un trattamento d’urto dell’acqua che ne eviti lo svuotamento completo, quest’ultimo è sempre consigliabile, anche in considerazione dell’elevata quantità di materiale organico presente nell’acqua.
Lo svuotamento va eseguito in modo da causare meno danno possibile all’impianto di filtrazione: far passare acqua molto sporca contenente materiale organico e materiale di dimensioni considerevoli attraverso l’impianto, infatti, può causare non pochi problemi. Le rane hanno la tendenza ad intasare i tubi, anche quelli di una certa dimensione, e rimuovere le otturazioni a volte non è impresa facile.
Conviene quindi, nel caso non esista uno scarico di sufficiente portata che vada direttamente in fogna, svuotare con sistemi esterni, quali pompe sommerse.
Nel caso in cui non si abbia la possibilità di scaricare l’acqua in uno spazio confinante la piscina l’unica soluzione è quella di aspirarla e di smaltirla con un’autobotte. Può sembrare un metodo complesso, ma in molti casi evita problemi ben peggiori.