Prima di passare alla posa in opera, qualche indicazione nel caso ci si trovi a dovere rivestire u na piscina esistente. Diamo come scontato che la struttura sia ancora in buone condizione e non siano necessari interventi di tipo strutturale, perchè in questi casi è probabile che sia più conveniente demolire e rifare la piscina.Verificato questo, si procede alla rimozione del rivestimento esistente (vernice, teli in pvc, mosaici, ceramica non idonea, etc.) ed i tutto lo strato degradato, arrivando fino alla superficie che si presenti in buone condizioni di consistenza e coesione al sottofondo. Arrivati a questo si dovrà fare una verifica della planarità delle superfici, con gli stessi criteri di valutazione riportati prima quando abbiamo parlato della rettifica delle superfici del calcestruzzo grezzo.
Come si può constatare, prima di arrivare all’applicazione del rivestimento le cose da fare non sono poche e, se si è proceduto correttamente, senza anticipare i normali tempo di stagionatura dei materiali, l’operazione di posa in opera del rivestimento ceramico ne gioverà quanto a facilità e precisione finale del lavoro. Importantissimo è infatti ch e le superfici che si devono andare a rivestire siano il più possibile precise, anche e soprattutto riguardo ai livelli delle zone di tracimazione. I collanti da utilizzare per regolarizzare superfici che già non lo siano, oltre al fatto che un0operazione di posa in opera a spessori diversificati non è certamente un’operazione semplice.
Il rivestimento ceramico deve essere posato con una fuga di 5 mm circa, questo anche per sfruttare appieno la modularità del formato 12 x 24,5. Per la posa in opera, si utilizzano collanti cementizi modificati con resine sintetiche, i quali possono essere monocomponenti oppure bicomponenti: i primi vengono impastati con acqua nel dosaggio indicato, mentre i bicomponenti si presentano come sacchi di polvere che viene miscelata con lattice di gomma sintetica liquida fornita a parte. Il sistema di posa a colla, già di qualche anno, è ormai rimasto praticamente l’unico sistema utilizzato per la posa in opera di piscine. Senza volersi pronunciare riguardo a giudizi e confronti sui sistemi a base di solo cemento, si può però sicuramente affermare che i collanti offrono, almeno due vantaggi: la semplicità di preparazione (componenti già dosati e premiscelati) e la superiore adesione del collante alla ceramica, adesione che avviene indipendentemente dalla ruvidità e porosità delle superfici che si devono incollare.Le raccomandazioni che si possono fare riguardo alla posa in opera sono ormai ripetute da tempo, vale però la pena di sottolineare alcune “raccomandazioni di base” che non sempre vengono ricordate dagli addetti ai lavori:
- Come consigliato anche dai principali produttori di collante, il sistema di posa da adottare è quello della “doppia spalmatura2, al fine di evitar vuoti nello spazio sotto il rivestimento, e di limitare i rischi di distacco del rivestimento ceramico. Ricordiamo che le zone maggiormente sollecitate sono quelle in prossimità dello sfioratore/livello acqua: queste zone sono quelle da cu rare maggiormente e dove devono essere evitati assolutamente vuoti nello starato legante. In condizioni particolari, in queste zone potrebbe essere necessario l’utilizzo di collanti particolari (poliuretanici), in quali aderiscono in qualsiasi condizione di superficie, oltre ad essere impermeabili e ad elevata elasticità.
- Il collante deve essere distribuito in modo omogeneo, con spatola dentata adeguata, la piastrella deve essere pressata e battuta cercando di limitare al massimo i vuoti nel collante (vedi nota precedente sulla doppia spalmatura), possibile causa di distacchi del materiale.
- La “partenza”, soprattutto nelle piscine con corsie, deve essere fatta al centro dei rispettivi lati, in modo che eventuali tagli siano almeno uguali da entrambe le parti terminali. I pezzi speciali vanno, prima di essere incollati, posizionati a secco, cambiandone la posizione se necessario, al fine di evitare se possibile i tagli e regolarne la distanza ottimale. Ricordiamo che la fuga prevista per sfruttare la modularità dei materiali è di 5 millimetri, che devono essere sfruttati e/o leggermente modificati anche per compensare eventuali piccole differenze fra le varie tipologie di materiali.
- Importantissime sono le condizioni ambientali: le operazioni si dovrebbero svolgere fra un minimo di 10 ed un massimo di 30 gradi e le superfici non devono trovarsi sotto l’azione diretta di sole o pioggia. Si deve procedere per piccole superfici. Il rischio maggiore è la formazione della “pelle” sul collante steso, con conseguente scarsa o nulla adesione della piastrella al collante.
- Non devono essere coperti i giunti esistenti nel sottofondo. Anche eventuali “crepe abbastanza evidenti devono essere analizzate con cura ed eventualmente riparate con prodotti idonei (paste epossidiche per riparazioni).
- Quando è previsto l’utilizzo di pezzi speciali di grandi dimensioni (mod. 3,4,6,8,9,10 e 11), si devono riempire i vuoti presenti sotto e nei lati non a vista, per evitare che successivamente non si riescano a riempire attraverso la fuga.